Oggi parliamo di un tema un po’ particolare: il sale da cucina fa male? Quanto bisogna assumerne? Che tipo di sale è meglio preferire? E qual è il ruolo dei prodotti naturali nel caso in cui il sale abbia creato dei problemi, come ad esempio la pressione alta o la ritenzione idrica? Ancora meglio: come prevenire tutto questo? Scopriamolo con l’aiuto della scienza
Cos’è il sale da cucina
Il sale è cloruro di sodio, un minerale, e l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea che è un componente indispensabile al normale funzionamento dell’organismo.
Il nostro corpo ha dei sensori, chiamati recettori, che permettono di percepire il sapore salato, uno dei cinque gusti fondamentali. Sappiamo che il sale viene usato in cucina per insaporire, ma anche per conservare e disidratare il cibo e preparare molti prodotti. Viene ricavato dall’acqua marina, cioè il cosiddetto sale marino, oppure estratto dalle miniere come salgemma. Il sale grezzo viene raffinato per eliminare le impurità, e si ottiene così il sale raffinato, grosso o fino, composto per il 98% da cloruro di sodio, con tracce minime di minerali come potassio, magnesio o ferro.
Il sale apporta sodio e cloro, elementi fondamentali per l’equilibrio acido-base del corpo, per il bilancio idrico e per il volume del sangue. Il sodio, in particolare, regola la quantità d’acqua nel sangue e tra le cellule (liquido interstiziale), lavora nella contrazione muscolare e negli impulsi nervosi.
L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea che un uso corretto ed equilibrato del sale è fondamentale: se da un lato il sale è importantissimo per l’organismo, dall’altro il consumo eccessivo è una delle cause più comuni di malattie cardiovascolari.
Gli effetti negativi del sale in eccesso
Il fabbisogno quotidiano di sodio è soddisfatto dagli alimenti. Per questo, molti prodotti, come l’acqua, riportano in etichetta la dicitura “a basso contenuto di sodio”, per evitare di aggiungerne ulteriormente o consumare cibi che ne sono ricchi, come salumi, formaggi e prodotti salati.
Cosa succede se l’alimentazione è troppo ricca di sale?
Si verificano condizioni che mettono in sofferenza l’organismo: più acqua passa nel sangue e nel liquido extracellulare, aumentando il rischio di edema e di pressione alta, cioè ipertensione arteriosa. Il consumo di sale è quindi strettamente legato a malattie cardiovascolari, patologie dei vasi sanguigni, problemi renali, specialmente nelle persone fragili o predisposte.
L’Istituto Superiore di Sanità aggiunge che un consumo eccessivo di sodio è associato anche al rischio di tumori dello stomaco e all’osteoporosi, perché aumenta l’eliminazione renale del calcio.
Quando la pressione si alza?
Con l’età e una dieta troppo ricca di sodio e povera di potassio, minerale presente in frutta e verdura fresca, la pressione può alzarsi.
Secondo l’OMS, il fabbisogno giornaliero di sale per un adulto è massimo 5 g al giorno, equivalenti a 2 g di sodio. I bambini, specie sotto gli 11 anni, ne necessitano ancora meno: sotto l’anno di vita solo 1 g al giorno. Questi sono i parametri da considerare per l’assunzione giornaliera di sale.
Come sapere quanto sale è presente nei cibi?
Leggendo attentamente le etichette: spesso è indicata solo la quantità di sodio, ma basta ricordare che 1 g di sale contiene circa 0,4 g di sodio. Si definisce a basso contenuto di sale l’alimento che ne contiene 0,3 g, medio tra 0,3 e 1,5 g, e alto oltre 1,5 g. Come regola generale, meglio consumare alimenti a basso o medio contenuto e limitare quelli ad alto contenuto.
La scienza, quindi, ci consiglia di controllare le etichette e di evitare l’aggiunta di sale durante la cottura o a tavola, per evitare un consumo eccessivo.
Come ridurre il sale e integrare in modo naturale
Quali alimenti contengono più sale?
Tutti quelli conservati sotto sale: acciughe, formaggi stagionati, affettati, salumi, salsicce. Anche la frutta secca salata e tostata, il pesce affumicato, la salsa di soia, i dadi e i cibi in salamoia (capperi, olive). Altri cibi ad alto contenuto: prodotti confezionati, precotti, sughi pronti, patatine, pizze, ketchup, maionese e perfino i cereali da colazione.
Come consumare meno sale?
- Usare meno sale possibile nella preparazione dei cibi, preferendo un cucchiaino per dosare e non le mani.
- Preferire sale iodato, a meno di patologie come quelle tiroidee.
- Utilizzare erbe aromatiche e spezie per insaporire, leggere sempre le etichette, scegliere cibi freschi anziché confezionati, frutta e verdura al posto di sughi industriali.
- Per prevenire e trattare problematiche legate al consumo eccessivo di sale, è utile assumere sali minerali e prodotti che migliorano il flusso linfatico e la circolazione.
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